mercoledì 17 febbraio 2010

L'emergenza api del 2008

Ho deciso di riproporre questo articolo che ho scritto per Cornale.it qualche mese fa, per darvi un'idea sulla attuale situazione della nostra agricoltura e dell'apicoltura in particolare.

L'emergenza api del 2008

Data:
21 ottobre, 2009

Poche righe con alcune considerazioni che spero possano farci riflettere sul valore di questa nostra esperienza a favore di un'agricoltura e di un consumo sostenibile che in tempi non sospetti abbiamo messo in campo al Cornale e che ha raccolto l'attenzione di un numero sempre crescente di consumatori.
Stiamo vivendo un'annata non così semplice dal punto di vista meteorologico e quindi produttivo ma ogni volta che vado a visitare i miei apiari il fattore di maggiore ansia a differenza del passato non è la quantità di miele prodotto dai miei alveari ma la presenza o meno delle mie collaboratrici.
Gli innumerevoli casi di avvelenamento con mancato ritorno delle api bottinatrici negli alveari, che hanno anche colpito quasi duecento alveari del mio allevamento, ci hanno costretto in primavera a spostare le api non per inseguire le migliori fioriture ma alla ricerca di zone indenni da inquinamento da neonicotinoidi e quindi lontane dalle semine.
Le api non tornano agli alveari e questo ha gravi ripercussioni sull'ambiente per il mancato servizio di impollinazione e nelle arnie si riduce drammaticamente la produzione di miele. Un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale, interessando soprattutto la zona della Pianura Padana. Nel 2007, la perdita in Italia di 200.000 alveari ha provocato un danno economico solo per la mancata impollinazione pari a 250 milioni di euro.
Ma venendo al 2008 mi permetto di fare una piccola cronaca degli ultimi mesi per permettere a oguno di voi di comprendere meglio il fenomeno. "8 aprile 2008: Arnie vuote e alveari spopolati".
Queste le prime segnalazioni che partivano proprio dal Piemonte che per condizioni climatiche favorevoli ha dato il via in anticipo alle semine. Le segnalazioni hanno poi seguito il decorso delle semine del mais nelle altre aree della penisola. Per ora, e solo per ora, la stima è di oltre 100.000 alveari spopolati in contemporanea con le semine del mais. E anche questa primavera l'analisi chimica delle api morte ha rinvenuto molecole dei nuovi insetticidi neurotossici. La situazione dei nostri allevamenti evidenzia in modo inconfutabile quanto denunciamo da tempo: i nuovi potentissimi veleni, in dosi infinitesimali, hanno effetti drammatici, immediati e nel tempo, su api, insettie natura".
L'impatto ambientale degli insetticidi si somma ad altre emergenze che affliggono l'apicoltura, ma le nuove molecole possono essere ritenute a pieno titolo la goccia che fa traboccare il bicchiere. I nuovi insetticidi che sparsi nell'ambiente con le sementi fanno strage di api si chiamano Confidor, Actara, Gaucho, Poncho, Regent e Cruiser. Sono eurotossici e neonicotinoidi di seconda generazione, prodotti dai colossi della chimica BASF, Bayer e Syngenta. In Francia l'autorizzazione d'uso di queste sostanze, che si sono rivelate altamente tossiche e persistenti, è stata sospesa su tutte le colture d'interesse apistico da ormai due anni.
"Questo apicidio è assurdo"-- ne siamo tutti convinti -- ma quali saranno i provvedimenti delle autorità italiane ad oggi non ci è dato saperlo. Grazie alla collaborazione tra Coldiretti e le organizzazioni apistiche piemontesi si è ottenuta la convocazione di un tavolo regionale da cui è scaturita la volontà della Regione Piemonte di chiedere la sospensiva dei prodotti a livello nazionale e lo sviluppo di una fase di sperimentazione agronomica per verificare i modelli attuativi di talune pratiche e l'impatto delle stesse sulla salute delle api.
Nel frattempo in altri Paesi europei scatta l'allarme nella Valle del Reno, fertilissima regione della Germania,dove in contemporanea con le semine si susseguono moltissime segnalazione di alveari che si spopolano perché le api a contatto con queste molecole non riescono più a ritornare al loro alveare e muoiono. Le autorità tedesche dopo una serie di contatti con le organizzazioni apicoltori e con gli stessi colossi produttori dei prodotti "sul banco degli imputati" decidono di sospendere l'autorizzazione all'utilizzo di questi prodotti. La storia continua e anche la Slovenia, verso fine maggio, prende la stessa decisione.
Nei giorni scorsi sono stati presentati i primi risultati delle analisi compiute su oltre metà dei campioni di api raccolti in Lombardia. Dei 41 campioni finora analizzati, ben 17 sono risultati positivi ai neonicotinoidi. Siamo fiduciosi che dopo prove schiaccianti come queste si riesca a trovare una soluzione a questi problemi anche perché il lavoro delle api è troppo prezioso per la natura e per ognuno di noi per trattarlo in questo modo.

Giacomo Ballari