giovedì 18 novembre 2010


Mi sono chiesto: E' tempo di regali. Perchè non dare la possibilità ai nostri amici di farne uno utile, originale, biologico?
Io e Nadia ci siamo messi all'opera ed abbiamo preparato delle confezioni regalo che potete trovare sul sito di Antiche Bontà. Potete effettuare l'ordine e noi lo spediamo a chi volete. Sono confezioni standard a partire da 23 euro, se volete "personalizzarle" scriveteci e lo faremo.
P.S.: E' consigliabile non aspettare gli ultimi giorni
per essere certi della consegna puntuale. I corrieri a dicembre sono carichi di lavoro.

venerdì 20 agosto 2010

Serve leggere le etichette?

Ancora un'articolo su cui riflettere, questa volta da il corriere.it. Riguarda i pomodori cinesi. Non ho nulla da obbiettare sul fatto che i cinesi esportino i pomodori in Italia, ma finchè «sulle etichette è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro»,
significa che quando facciamo la spesa non sempre acquistiamo ciò che "crediamo di acquistare".
Lo puoi leggere qui: Entro l'anno sbarcheranno 100 milioni kg di pomodori cinesi Citazione

sabato 7 agosto 2010

E oggi mi adotto un formaggio


Oggi ho trovato questo articolo su La Stampa on-line che vorrei segnalarvi. Vi consiglio di leggerlo, se siete interessati a fare un primo passo avanti per migliorare la qualità di vita con poca spesa ed un aiuto concreto a chi si ingegna e impegna per mantenere le tradizioni e permettervi di gustare prodotti naturali.
Eccone un brano:
"La somma da pagare è modesta. Nel caso della cooperativa «La porta dei Parchi», ad Anversa degli Abruzzi, con 190 euro si acquista il diritto a una quantità di cose: un agnello biologico, che però non deve essere necessariamente mangiato a Pasqua perché lo si può anche graziare, tre chili di formaggi stagionati, uno di ricotta fresca o affumicata, un chilo di salamelle, la lana della tosatura rappresentata da un paio di calzettoni da trekking o tre chili di filo, oltre naturalmente alla fotografia del caro animale."
Il resto potete leggerlo qui:

lunedì 14 giugno 2010

Miele Biologico o Miele convenzionale?

Dal sito molti mi chiedono qual'è la differenza tra un miele ed un miele convenzionale. Vi rispondo da qui.
Sono molteplici gli elementi che caratterizzano un miele biologico da uno
convenzionale.
Innanzitutto la salubrità del prodotto; le api possono solo essere
osizionate per il raccolto in areali lontani da fonti di inquinamento
ambientale, nella lotta alle patologie delle api non si utilizzano prodotti
chimici di sintesi e poi ancora osserviamo una serie di attwenzioni per
cercare di stressare il meno possibile le api. A queste attenzioni seguono
quelle sul prodotto miele che non può essere riscaldato e quindi viene
estratto attraverso una centrifugazione a freddo.
Tutte queste cose per chi acquista un prodotto certificato bio non sono solo
garantite dal produttore ma da un ente di certificazione riconosciuto dal
Ministero che attraverso verifiche in campo, analisi di campioni del
prodotto garantisce la sua conformità.
Penso che chi acquista un prodotto biologico, proprio per quello
che ho detto fin qui, non si garantisce solo un prodotto di elevata qualità e
salubre ma sostiene un modello di agricoltura e apicoltura a basso impatto
ambientale quindi con la sua scelta fa del bene a se stesso ed anche
all'ambiente.
Il mio ente certificatore è ECOCERT ITALIA ed il codice identificativo della
mia azienda è V 336. Chi vuole può verificare la posizione ed i nostri
prodotti certificati direttamente sul sito di ecocert italia inserendo il
nostro codice aziendale.
Un saluto a tutti.

Novita' : l'aceto di miele


ACETO DI MIELE
Nel 2008 abbiamo deciso di avviare una piccola produzione di questo particolare aceto grazie alla consulenza e collaborazione di alcuni amici ed esperti del settore. Quella che vi propongo è realmente la nostra prima produzione anche perché come detto in precedenza abbiamo fatto la scelta di un affinamento dell’aceto in botti di rovere per almeno 5 o 6 mesi per migliorarne ulteriormente le sue caratteristiche. Sicuramente, visto la produzione limitata, non sarà mai il nostro prodotto di punta ma vuole essere una chicca da condividere con amici e clienti in grado di apprezzare e riscoprire le particolarità di questo prodotto che stupisce per i sui profumi ed il sua aroma ma anche per la delicatezza con cui si incontra con moltissimi piatti.

E’ l'aceto più antico che l'uomo conosca, risulta usato dagli antichi egizi già moltissimo tempo prima della scoperta della vite. Di sapore gradevolmente acidulo, leggero e digeribile, di colore dorato e molto profumato, l'aceto di miele è molto ricco di enzimi e sali minerali. Lavorato tutto a crudo, senza uso di additivi e conservanti mantiene così tutte le proprietà che la tradizione e la scienza gli riconoscono.
L'aceto di miele proviene da una sostanza vegetale, arricchita dalle api, e trasformata attraverso le fermentazioni alcoliche e acetiche(che da sole rappresentano una delle più spettacolari e incredibili manifestazioni della forza della natura). La qualità di un aceto è direttamente proporzionata alla qualità della materia prima di partenza e al processo produttivo e questo aceto di miele è ottenuto dalla nostra azienda attraverso la fermentazione naturale alcolica ed acetica del proprio miele.
Puoi avere maggiori informazioni o acquistarlo qui:

giovedì 4 marzo 2010

Siamo al secondo anno di sospensiva anche in Italia dell'utilizzo sul mais delle molecole che come avevamo denunciato creavano problemi enormi di moria delle api
Il Ministero dell'agricoltura ha istituito un progetto di ricerca denominato Apenet con l'obiettivo di verificare le dinamiche e soprattutto se esistono delle metodiche che possono permetterci di evitare i gravi problemi del passato.
Un dato è certo con la scomparsa dell'utilizzo di questi prodotti come concianti del seme del mais le nostre api stanno benissimo, già l'anno scorso ed anche quest'anno abbiamo alveari in condizioni mai viste nei 10 anni precedenti.
Questo lo ho verificato nella mia azienda ma è la situazione evidenziata da molti apicoltori.
La partita però non è finita perchè a Settembre scade la sospensiva ed allora viene da chiederci cosa succederà.
Verrà decisa una revoca, verranno reintrodotti questi concianti con nuovi accorgimenti? Il dibattito è aperto ed è importante l'impegno di ognuno di noi compresi i cerealicoltori per trovare delle soluzionni sempre più sosteniibili in grado di garantire una buona produzione di mais per i nostri allevamenti con il minor impatto possibile sull'ecosistema.
Altrimenti cosa ci importerebbe avere tonnellate e tonnellate di latte, carne ..... se il costo di tutto questo fosse annientare gli ecosistemi, la biodiversità e quindi andare verso l'autodistruzione.
Sono comunque fiducioso perchè vedo Coldiretti e molti agricoltori impegnati da tempo in questa direzione, dobbiamo solo trovare risorse per la ricerca e servizi di consulenza alle imprese che siano veramente inipendenti dalle multinazionali della chimica.

mercoledì 17 febbraio 2010

L'emergenza api del 2008

Ho deciso di riproporre questo articolo che ho scritto per Cornale.it qualche mese fa, per darvi un'idea sulla attuale situazione della nostra agricoltura e dell'apicoltura in particolare.

L'emergenza api del 2008

Data:
21 ottobre, 2009

Poche righe con alcune considerazioni che spero possano farci riflettere sul valore di questa nostra esperienza a favore di un'agricoltura e di un consumo sostenibile che in tempi non sospetti abbiamo messo in campo al Cornale e che ha raccolto l'attenzione di un numero sempre crescente di consumatori.
Stiamo vivendo un'annata non così semplice dal punto di vista meteorologico e quindi produttivo ma ogni volta che vado a visitare i miei apiari il fattore di maggiore ansia a differenza del passato non è la quantità di miele prodotto dai miei alveari ma la presenza o meno delle mie collaboratrici.
Gli innumerevoli casi di avvelenamento con mancato ritorno delle api bottinatrici negli alveari, che hanno anche colpito quasi duecento alveari del mio allevamento, ci hanno costretto in primavera a spostare le api non per inseguire le migliori fioriture ma alla ricerca di zone indenni da inquinamento da neonicotinoidi e quindi lontane dalle semine.
Le api non tornano agli alveari e questo ha gravi ripercussioni sull'ambiente per il mancato servizio di impollinazione e nelle arnie si riduce drammaticamente la produzione di miele. Un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale, interessando soprattutto la zona della Pianura Padana. Nel 2007, la perdita in Italia di 200.000 alveari ha provocato un danno economico solo per la mancata impollinazione pari a 250 milioni di euro.
Ma venendo al 2008 mi permetto di fare una piccola cronaca degli ultimi mesi per permettere a oguno di voi di comprendere meglio il fenomeno. "8 aprile 2008: Arnie vuote e alveari spopolati".
Queste le prime segnalazioni che partivano proprio dal Piemonte che per condizioni climatiche favorevoli ha dato il via in anticipo alle semine. Le segnalazioni hanno poi seguito il decorso delle semine del mais nelle altre aree della penisola. Per ora, e solo per ora, la stima è di oltre 100.000 alveari spopolati in contemporanea con le semine del mais. E anche questa primavera l'analisi chimica delle api morte ha rinvenuto molecole dei nuovi insetticidi neurotossici. La situazione dei nostri allevamenti evidenzia in modo inconfutabile quanto denunciamo da tempo: i nuovi potentissimi veleni, in dosi infinitesimali, hanno effetti drammatici, immediati e nel tempo, su api, insettie natura".
L'impatto ambientale degli insetticidi si somma ad altre emergenze che affliggono l'apicoltura, ma le nuove molecole possono essere ritenute a pieno titolo la goccia che fa traboccare il bicchiere. I nuovi insetticidi che sparsi nell'ambiente con le sementi fanno strage di api si chiamano Confidor, Actara, Gaucho, Poncho, Regent e Cruiser. Sono eurotossici e neonicotinoidi di seconda generazione, prodotti dai colossi della chimica BASF, Bayer e Syngenta. In Francia l'autorizzazione d'uso di queste sostanze, che si sono rivelate altamente tossiche e persistenti, è stata sospesa su tutte le colture d'interesse apistico da ormai due anni.
"Questo apicidio è assurdo"-- ne siamo tutti convinti -- ma quali saranno i provvedimenti delle autorità italiane ad oggi non ci è dato saperlo. Grazie alla collaborazione tra Coldiretti e le organizzazioni apistiche piemontesi si è ottenuta la convocazione di un tavolo regionale da cui è scaturita la volontà della Regione Piemonte di chiedere la sospensiva dei prodotti a livello nazionale e lo sviluppo di una fase di sperimentazione agronomica per verificare i modelli attuativi di talune pratiche e l'impatto delle stesse sulla salute delle api.
Nel frattempo in altri Paesi europei scatta l'allarme nella Valle del Reno, fertilissima regione della Germania,dove in contemporanea con le semine si susseguono moltissime segnalazione di alveari che si spopolano perché le api a contatto con queste molecole non riescono più a ritornare al loro alveare e muoiono. Le autorità tedesche dopo una serie di contatti con le organizzazioni apicoltori e con gli stessi colossi produttori dei prodotti "sul banco degli imputati" decidono di sospendere l'autorizzazione all'utilizzo di questi prodotti. La storia continua e anche la Slovenia, verso fine maggio, prende la stessa decisione.
Nei giorni scorsi sono stati presentati i primi risultati delle analisi compiute su oltre metà dei campioni di api raccolti in Lombardia. Dei 41 campioni finora analizzati, ben 17 sono risultati positivi ai neonicotinoidi. Siamo fiduciosi che dopo prove schiaccianti come queste si riesca a trovare una soluzione a questi problemi anche perché il lavoro delle api è troppo prezioso per la natura e per ognuno di noi per trattarlo in questo modo.

Giacomo Ballari